Messaggio
Metanodotto Larino-Chieti DN 600 - DP 75 bar
Archivio Procedure V.I.A.
Inviato da Società Gasdotti Italia S.p.A.   
Mercoledì 17 Dicembre 2014 19:23
Metanodotto Larino-Chieti DN 600 - DP 75 bar
Il progetto prevede la realizzazione del metanodotto denominato LARINO – CHIETI, DN 600 (24"), DP 75 bar, di lunghezza pari a circa 111 km e di due allacciamenti, uno all’area di stoccaggio Cupello, autorizzata e in esercizio, l’altro all’eventuale area di stoccaggio Sinarca, per una lunghezza complessiva pari a circa 3,2 km. Il metanodotto interessa la Regione Abruzzo (circa 85,4 km)e la Regione Molise (circa 25,8 km).
Società Gasdotti Italia S.p.A.

Localizzazione del progetto

ALTRO...
CH
Altri nella Provincia di Pescara
Varie
Vari
Vari
In pubblicazione

Dati di pubblicazione progetto

2014-12-23 00:00:00
60 gg
Internet + Quotidiano
Il Centro
Pubblicazione_Il Centro

Definizione procedura

No
No
Parco territoriale attrezzato dell'Annunziata
pt.2 lett.f) All.IV D.Lgs 152/2006 e smi

Responsabile Azienda Proponente

Frassi
Federico Giandomenico
077588601

Estensore dello studio

ATI D'Appolonia - Techfem
Ingegnere
Rentocchini
Paola
Ingegneri della Provincia di Genova
6840-A
0103628148
dappolonia@pec.dappolonia.it

Acquisizione in atti


Referenti del Dipartimento (Dirigente Ing. Longhi)


Documentazione varia

22/11/2016
0099667
Ottemperanza alle prescrizioni
Ottemperanza alle prescrizioni
02/03/2017
0054434/17
Campionamento terre e rocce
campionamento
02/03/2017
0055822/17
accompagnament shapefile e file .Kmz
lettera trasmissione file di ottemperanza prescrizioni g. 2685
24/05/2017
0139525/17
Ottemperanza prescrizioni 409 Studio Acustico
Nota 0409 Studio acustico
24/05/2017
0139712/17
Ottemperanza prescriz. 411 Monitoraggio Ambientale
nota 411 prot0139712 Ottemperanza prescrizioni - Monitoraggi ambientali

Atti di sospensione


Atti di riattivazione


Atti di chiusura

28/07/2015
2059/BNVIA
RICHIESTA DI CHIUSURA PRATICA
RICHIESTA DI CHIUSURA PROCEDIMENTO
28-07-2016
G. 2685
FAVOREVOLE CON PRESCRIZIONE
2685_SGI

Allegati al progetto

Elaborati V.A.
Elaborati V.I.A.
Progetto_Definitivo
Studio_di_Impatto_Ambientale
Sintesi_non_Tecnica
Perizia Giurata
Altri Elaborati
Elaborati V.INC.A.
N.O.BB.AA.
Relazione_Paesaggistica
Integrazioni
Controdeduzioni
Allegati osservazioni cittadini/osservatori
Allegati:
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Ultimo aggiornamento Martedì 04 Giugno 2019 13:39
 

Osservazioni 

 
#8 Di Benedetto 2015-02-21 23:35
Osservazioni al progetto per la realizzazione del metanodotto “Larino – Chieti”

In relazione all’intervento in oggetto si richiede l’espressione di un parere negativo per le seguenti motivazioni.

A) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E CONSEGUENZE SULLA PROCEDURA DI V.I.A. ODIERNA
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 Gennaio 2013 che inserisce cinque nuovi gasdotti (compreso quello in oggetto) nella rete nazionale dei gasdotti non risulta essere stato assoggettato all’obbligatoria e preventiva Valutazione Ambientale Strategica. La Rete dei Gasdotti si configura come un vero e proprio piano infrastrutturale riguardante l’energia e, come avviene per la rete TERNA degli elettrodotti, rientra tra i provvedimenti che devono essere sottoposti a VAS e a Valutazione di Incidenza Ambientale, in considerazione del coinvolgimento di diverse aree Natura2000.
Tra l’altro la stessa Commissione europea ha chiarito che sotto la voce “piano” usata nella Direttiva si deve intendere un’ampia categoria di provvedimenti.
Ricordiamo che anche le varianti sostanziali di piani esistenti devono essere assoggettate a VAS e, in questo caso, l’introduzione di diversi gasdotti che toccano più regioni è evidentemente una modifica sostanziale della rete così come configurata con i decreti precedenti (tra l’altro non abbiamo traccia neanche dello svolgimento di VAS precedenti sul tema).
In assenza di questo strumento (e della relativa partecipazione pubblica) è evidente che tutte le considerazioni sulla necessità dell’opera, ad esempio, rispetto all’opzione zero, non solo non sono mai state sottoposte alla fase di dibattito pubblico ma non possono essere ritenute valide in sede di V.I.A.
Ricordiamo che la procedura di V.I.A. deve bilanciare interessi diversi e a volte in conflitto tra di loro. In questo caso gli elementi tecnici e di contesto riguardanti la necessità dell’opera vengono a mancare.
Ammesso e non concesso che il Decreto dovesse essere impugnato per l’assenza della VAS e Valutazione di Incidenza Ambientale, è evidente che vagliare un progetto inserito in un piano o programma non sottoposto a VAS costituirebbe una palese violazione della normativa comunitaria, esponendo il paese all’apertura di una procedura d’infrazione che, come è accaduto per le discariche, può comportare ingenti multe.
B) ESAME DELL’ EFFETTO CUMULO E DELL’EFFETTO DOMINO
Il progetto non esamina le interferenze (e, di conseguenze, l’effetto cumulo e l’effetto domino) con almeno altri due progetti che incidono sulla stessa area, l’elettrodotto Villanova – Gissi – Foggia (la tratta Gissi – Foggia è in Valutazione di Impatto Ambientale nazionale proprio in questo momento; la tratta Villanova – Gissi è in fase di realizzazione) e lo stoccaggio gas Poggiofiorito (che ha avuto il provvedimento di compatibilità ambientale dal Ministero dell’Ambiente il 19/06/2014; in tal caso si considerino non solo le opere ma anche il territorio di oltre 1000 ettari oggetto del titolo dello stoccaggio). Quest’ultimo impianto è, addirittura, uno stabilimento a rischio di incidente rilevante sulla base della Direttiva Seveso Ter (Legge 334/99 e ss.mm.ii.)
C) INCAPACITA’/INADEMPIENZE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLE REGIONI ABRUZZO E MARCHE
Il Ministero dell’Ambiente, con un rapporto di giugno 2013 che ha esaminato la verifica di ottemperanza per le prescrizioni delle opere che hanno ottenuto il parere favorevole di compatibilità ambientale con Decreto nel periodo 1989-2000 ha evidenziato una drammatica incapacità dell’ente di assicurare il rispetto delle prescrizioni. Addirittura per 100 delle 175 opere realizzate (tra cui diversi gasdotti) il Ministero non conosce il destino delle prescrizioni. In generale su oltre 1600 prescrizioni impartite con Decreto ne risultano effettivamente attuate poco più di 500!
Per le opere delle regioni Abruzzo e Molise manca qualsiasi dato pubblico circa le verifiche di ottemperanza per centinaia di opere ma, da quanto è a nostra conoscenza, probabilmente poco o nulla è stato fatto.
A ciò si aggiunga che sia il Ministero dell’Ambiente sia le due regioni coinvolte da questo progetto, sono del tutto inadempienti, da otto anni, circa il rispetto dell’Art.28 comma 2 del D.lgs.152/2006 e del D.lgs. 195/2005 sulla pubblicazione dei dati dei monitoraggi obbligatori per le opere sottoposte a procedura di V.I.A. Con ogni probabilità questi dati semplicemente non esistono o non vengono resi disponibili al pubblico come prevede la legge.
In un contesto del genere, di generale incapacità degli enti di attuare norme poste a tutela della salute e dell’ambiente, a nostro avviso gli enti non possono concedere ulteriori pareri per nuove opere, tenendo conto che incidono in larga parte su territori in cui sono stati realizzati progetti di cui la pubblica amministrazione non conosce in concreto gli effetti sull’ambiente. Enti che per anni e per decine se non centinaia di progetti non paiono rispettare gli obblighi comunitari non possono continuare imperterriti a rilasciare pareri.
Da questa incresciosa situazione deriva, tra l’altro, l’impossibilità per il Comitato V.I.A. di avere le informazioni basilari sull’interazione tra questo progetto e quelli già realizzati o in corso di esecuzione nei comuni interessati.
D) DIFETTO DI PUBBLICAZIONE - COINVOLGIMENTO DI COMUNI DIVERSI DA QUELLI CITATI E IN CUI SONO STATI DEPOSITATI GLI ELABORATI
Il D.lgs.152/2006 prevede espressamente (At.23 comma 3) che l’istanza sia pubblicata non solo nei comuni in cui ricade fisicamente il tracciato ma anche in tutti quei comuni che possono potenzialmente subire le conseguenze dell’opera.
Appare evidente che un’opera di questa portata può comportare effetti a distanze considerevoli.
Facciamo due esempi:
-dispersione di inquinanti a valle per gli attraversamenti dei corsi d’acqua/modifica del regime delle acque;
-aree interessate da eventuali incidenti, che per un’opera di questa lunghezza, sulla base degli stessi dati forniti dall’azienda, potrebbero realizzarsi con una frequenza di circa 1 ogni 50 anni (quindi abbastanza compatibile con l’orizzonte temporale di vita del gasdotto, tenendo conto che si tratta di un calcolo probabilistico basato sulle esperienze pregresse). Un incidente su un gasdotto di queste dimensioni può senz’altro coinvolgere aree a chilometri di distanza, per le emissioni di polveri, contaminanti, danni ad infrastrutture come strade, acquedotti ecc. e anche per l’innesco di frane ed altri effetti indiretti.
Tra l’altro a pag.13 del SIA gli stessi redattori ammettono che “Nell’analisi di dettaglio le analisi delle potenziali interazioni faranno, invece, sovente riferimento ad una scala locale (qualche chilometro), costituita dalle aree limitrofe ai siti di interesse.”

La norma rende esplicito il fatto che a determinare quali comuni coinvolgere nel deposito sono gli impatti “potenziali” e non quelli eventualmente evidenziati alla fine del processo valutativo. Ne consegue che doveva essere data la possibilità di partecipazione anche a quei territori ricadenti in una fascia di alcuni chilometri dal gasdotto.

E) DATI RELATIVI ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Lo stesso studio, analizzando i dati dell’ARTA della centralina di Spoltore, deve ammettere il superamento di limiti di legge per le PM10 nell’area interessata dal progetto.
Non si citano le PM2,5 il cui monitoraggio è pure obbligatorio ai fini della valutazione della qualità dell’aria-ambiente.
Ricordiamo che la recente ricerca dell’EEA della Commissione Europea ha evidenziato i gravissimi danni sanitari per la popolazione derivante da tale condizione di inquinamento, con migliaia di morti in eccesso nel nostro paese direttamente imputabili all’esposizione a PM10.
Poi, per cercare di minimizzare tali dati assai preoccupanti, si inseriscono nel paragrafo 3.4.4 i dati di un monitoraggio parziale di soli 25 giorni condotto dall’ARTA a Chieti Scalo.
In primo luogo, questo monitoraggio non rispetta i criteri dettati dalle norme comunitarie che prevedono una soglia minima di giorni di monitoraggio di gran lunga superiore per definire lo stato di qualità dell’aria ambiente in un sito.
In secondo luogo, il monitoraggio è stato svolto nel periodo estivo quando è notorio che alti livelli di inquinamento per le polveri si rilevano esclusivamente nei mesi più freddi tra ottobre e marzo.
Pertanto tale monitoraggio è del tutto privo di significato per inquadrare lo stato di inquinamento e bisogna riferirsi esclusivamente alle centraline con modalità di raccolta dei dati coerenti con le normative. In assenza di alcuni parametri (come le PM2,5) o di dati relativi a zone non coperte dalla rete di monitoraggio pubblica, è evidente che eventuali lacune dovevano essere coperte con misure dirette ed appropriate da parte del proponente al fine di includerle nel SIA.

F) I CONSUMI DI GAS IN ABRUZZO – PROBLEMI DI SICUREZZA ECC.
Il S.I.A. riporta dati di consumo di gas naturale in Abruzzo fino al 2005. In realtà sono disponibili i dati aggiornati fino al 2013 per ogni regione (e anche provincia) sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/consumigasregionali.asp).
Questo fatto ha del clamoroso visto che si sta parlando di un…gasdotto, e la dice lunga sul livello di approfondimento del S.I.A., visto che si tratta di un’informazione di centrale rilevanza nella verifica della necessità dell’opera rispetto all’opzione zero.
Guarda caso i consumi dal 2005, ultimo anno citato dal proponente, al 2013 sono diminuiti del 33% passando da 1.936 milioni di metri cubi standard a 1.301 milioni!
Il 2014 ha visto un ulteriore calo dei consumi, secondo le fonti più qualificate.

Il proponente evita di riportare questi dati incontrovertibili sulla sostanziale inutilità di quest’opera ai fini dell’approvvigionamento degli abruzzesi e delle regioni limitrofe.
Basterebbe anche solo questo dato per bocciare il SIA e l’opera.
Il proponente, inoltre, sostiene la necessità dell’opera per la sicurezza della distribuzione.
Sono argomenti privi di qualsiasi base tecnico-scientifica. Non vi sono dati a supporto della tesi della necessità dell’opera per l’equilibrio del sistema (a mero titolo di esempio: numero di interruzioni/anno/utente nella distribuzione; numero di disservizi/anno/utente registrati; numero di utenti non serviti che saranno serviti sulla popolazione complessiva ecc.).
G) RISCHIO IDROGEOLOGICO – AGGRAVIO DEL RISCHIO DI INCIDENTI
Una parte considerevole di quest’opera interesserà aree a rischio idro-geologico (circa il 13% del tracciato).
Tenendo conto che le frane costituiscono uno dei principali fattori di innesco di incidenti su queste opere (ricordiamo quello di Filetto nel 2005), sarebbe stato indispensabile procedere ad approfondimenti di dettaglio per ogni situazione di rischio incontrata sul percorso, con tavole a grande scala con analisi sito-specifica dell’attraversamento e sezioni dedicate agli attraversamenti delle aree più vulnerabili.
In ogni caso, sconcerta che un’opera di tale rilevanza,anche per i rischi connessi ad incidenti, attraversi decine di aree in cui sono in corso o possono essere facilmente riattivate frane, molte delle quali di carattere complesso.
Appare evidente che tale condizione, in combinato disposto con il rischio sismico presente che di per sé è fattore di incidentalità oltre che costituire l’innesco di fenomeni franosi improvvisi, esacerba il rischio di incidente per il gasdotto. In tal senso le stime relative al rischio incidenti per i gasdotti mutuate da situazioni territoriali meno complesse di quelle abruzzesi e molisane, ci appaiono sottostimate e, comunque, inaccettabili considerando la numerosità dei potenziali bersagli sia in termini ambientali (basti pensare al numero di SIC attraversati) sia in termini di sicurezza della popolazione.
Manca, tra l’altro, un’analisi approfondita degli impatti in caso di incidente (ad esempio, simulazioni per diversi tratti del gasdotto di incidente e stima della popolazione colpita).
Ricordiamo che negli ultimi anni incidenti che hanno coinvolto gasdotti hanno determinato decine di morti in varie parti del mondo.
H) INTERFERENZE CON SORGENTI
A pag.44 del Quadro di Riferimento Ambientale, peraltro presentando i dati con una mappa riportata ad una scala del tutto inappropriata, si riporta la localizzazione delle sorgenti nell’area interessata dal tracciato del gasdotto.
In diversi casi, in quello che appare il senso di valle dal punto di vista idro-geologico, potrebbero essere interessate diverse sorgenti nel tratto abruzzese considerando che lo scavo a diversi metri di profondità con la realizzazione di opere, potrebbe interferire con l’idrologia locale.
Ricordiamo che il D.lgs.152/2006 all’Art.94 prevede la tutela non solo delle sorgenti come elementi puntiformi ma anche delle zone di ricarica poste a monte delle stesse.
Tutto ciò in un contesto di grave deperimento della qualità delle acque sotterranee della regione Abruzzo, che per circa il 30% non rispetta gli obiettivi di qualità fissati dalla Direttiva 60/2000/CE “Acque”.
I) CAPACITA’ TECNICA, SOLVIBILITA’ DELL’AZIENDA PROPONENTE, PIANO DI EMERGENZA
Nel documento di presentazione del proponente si specifica che attualmente essa si occupa della gestione di gasdotti fino a 20 pollici. Pertanto l’opera in esame sarebbe di dimensioni superiori rispetto a quelle in uso all’azienda. La società dipende da un fondo d’investimento con sede a Londra.
In considerazione delle possibili conseguenze in caso di incidenti, si ritiene indispensabile:
a)valutare la capacità tecnica dell’azienda nella gestione di gasdotti di queste dimensioni, attraverso la presentazione di dati e parametri oggettivi, qualificabili e quantificabili;
b)ottenere precise garanzie finanziarie per il ripristino di eventuali danni all’ambiente e per i risarcimenti a terzi;
c)esaminare un piano di sicurezza ed emergenza.
L) DATI FAUNISTICI
Nel S.I.A. e nello Studio di Incidenza si riportano possibili interferenze con specie faunistiche d’interesse comunitario come, a mero titolo di esempio, il Nibbio reale.
Ebbene, per queste specie sono disponibili dati di approfondimento relativi all’abbondanza e alla distribuzione (ad esempio, dei roost) proprio per le aree interessate dal percorso (inviati nel 2012 anche alla Regione Abruzzo dalla Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS) ma questi elementi non sono stati utilizzati.


21/02/2015

Giustino Di Benedetto
 
 
#7 Tusè 2015-02-21 23:20
Alcuni elementi di contrarietà alla realizzazione del progetto.
La società proponente sulla base del consumo di gas in Abruzzo del 2005 sostiene la necessità di questa opera senza considerare che nel frattempo il fabbisogno è calato di oltre il 30%: per verificarlo è sufficiente visitare il sito del Ministero dello Sviluppo economico. La verità è che con la complicità della crisi e la crescita di approvigionamenti energetici da fonti rinnovabili, l’Abruzzo non ha più bisogno di tutto questo gas e quindi di infrastrutture come questa.
Insistono sulla stessa area tre progetti diversi: l’elettrodotto Foggia –Gissi-Villanova, lo stoccaggio Poggiofiorito e il metanodotto Larino-Chieti. Ignorando la sovrapposizione di elementi di rischio per l’ambiente e soprattutto la popolazione in quello che viene definito l’effetto domino in caso di incidente.
Oltre il 10% del territorio interessato alla realizzazione del metanodotto è a forte rischio idrogeologico per i numerosi fronti franosi. E’ bene ricordare l’esplosione di una conduttura del gas nel 2005 all’interno del Comune di Filetto pericolosamente vicina ad uno di questi fronti a seguito della quale alcune famiglie furono allertate per una evacuazione poi scongiurata dal pronto intervento dei Vigili del fuoco. Si aggiunga inoltre l’elevata sismicità storicamente documentabile di troppe delle aree interessate al progetto.
L’elusione incomprensibile ( ben prima della V.I.A.) delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica e d’Incidenza Ambientale hanno impedito la corretta informazione del pubblico circa le conseguenze dell’opera . Una Valutazione d’impatto ambientale deve tener conto non solo delle ragioni di chi propone un progetto ma, credo, soprattutto di quelle di chi arriva a subirlo sulla propria pelle, sia esso piccola o grande azienda agricola, sia esso fruitore dei siti naturalistici coinvolti nel progetto, sia esso proprietario di casa a poche centinaia di metri dalla linea del metanodotto in questione.
La mancata informazione dei Comuni non direttamente coinvolti dal tracciato ma ugualmente esposti alle conseguenze di eventuali incidenti, il rischio di contaminazione dell’intero sistema idrologico, l’indiscusso peggioramento della qualità dell’aria e le interferenze con specie faunistiche come il Nibbio reale sono ulteriore importanti elementi di contrarietà alla realizzazione del metanodotto Larino-Chieti.
Spero vivamente come cittadino abruzzese che questo ed altri progetti che vorrebbero destinare la nostra Regione a Distretto minerario e hub energetica vengano bocciati.
In fede
Daniele Tusè
 
 
#6 DI ROSA 2015-02-21 23:14
Mittente: Mirella Di Rosa
Via Colle Pagnotto s.n.c.
66010 Fara Filiorum Petri (CH)



Regione Abruzzo
Comitato Valutazione di Impatto Ambientale FAX: 0862363486
L’Aquila

OGGETTO: osservazioni al progetto per la realizzazione di un metanodotto “Larino – Chieti”

In relazione all’intervento in oggetto si richiede l’espressione di un parere negativo per le seguenti motivazioni.

A)VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E CONSEGUENZE SULLA PROCEDURA DI V.I.A. ODIERNA
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 Gennaio 2013 che inserisce cinque nuovi gasdotti (compreso quello in oggetto) nella rete nazionale dei gasdotti non risulta essere stato assoggettato all’obbligatoria e preventiva Valutazione Ambientale Strategica. La Rete dei Gasdotti si configura come un vero e proprio piano infrastrutturale riguardante l’energia e, come avviene per la rete TERNA degli elettrodotti, rientra tra i provvedimenti che devono essere sottoposti a VAS e a Valutazione di Incidenza Ambientale, in considerazione del coinvolgimento di diverse aree Natura2000.
Tra l’altro la stessa Commissione europea ha chiarito che sotto la voce “piano” usata nella Direttiva si deve intendere un’ampia categoria di provvedimenti.
Ricordiamo che anche le varianti sostanziali di piani esistenti devono essere assoggettate a VAS e, in questo caso, l’introduzione di diversi gasdotti che toccano più regioni è evidentemente una modifica sostanziale della rete così come configurata con i decreti precedenti (tra l’altro non abbiamo traccia neanche dello svolgimento di VAS precedenti sul tema!).
In assenza di questo strumento (e della relativa partecipazione pubblica) è evidente che tutte le considerazioni sulla necessità dell’opera, ad esempio, rispetto all’opzione zero, non solo non sono mai state sottoposte alla fase di dibattito pubblico ma non possono essere ritenute valide in sede di V.I.A.
Ricordiamo che la procedura di V.I.A. deve bilanciare interessi diversi e a volte in conflitto tra di loro. In questo caso gli elementi tecnici e di contesto riguardanti la necessità dell’opera vengono a mancare.
Ammesso e non concesso che il Decreto dovesse essere impugnato per l’assenza della VAS e Valutazione di Incidenza Ambientale, è evidente che vagliare un progetto inserito in un piano o programma non sottoposto a VAS costituirebbe una palese violazione della normativa comunitaria, esponendo il paese all’apertura di una procedura d’infrazione che, come è accaduto per le discariche, può comportare ingenti multe.
B)ESAME DELL’ EFFETTO CUMULO E DELL’EFFETTO DOMINO
Il progetto non esamina le interferenze (e, di conseguenze, l’effetto cumulo e l’effetto domino) con almeno altri due progetti che incidono sulla stessa area, l’elettrodotto Villanova – Gissi – Foggia (la tratta Gissi – Foggia è in Valutazione di Impatto Ambientale nazionale proprio in questo momento; la tratta Villanova – Gissi è in fase di realizzazione) e lo stoccaggio gas Poggiofiorito (che ha avuto il provvedimento di compatibilità ambientale dal Ministero dell’Ambiente il 19/06/2014; in tal caso si considerino non solo le opere ma anche il territorio di oltre 1000 ettari oggetto del titolo dello stoccaggio). Quest’ultimo impianto è, addirittura, uno stabilimento a rischio di incidente rilevante sulla base della Direttiva Seveso Ter (Legge 334/99 e ss.mm.ii.)
C)INCAPACITA’/INADEMPIENZE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLE REGIONI ABRUZZO E MARCHE
Il Ministero dell’Ambiente, con un rapporto di giugno 2013 che ha esaminato la verifica di ottemperanza per le prescrizioni delle opere che hanno ottenuto il parere favorevole di compatibilità ambientale con Decreto nel periodo 1989-2000 (sic!) ha evidenziato una drammatica incapacità dell’ente di assicurare il rispetto delle prescrizioni. Addirittura per 100 delle 175 opere realizzate (tra cui diversi gasdotti) il Ministero non conosce il destino delle prescrizioni. In generale su oltre 1600 prescrizioni impartite con Decreto ne risultano effettivamente attuate poco più di 500!
Per le opere delle regioni Abruzzo e Molise manca qualsiasi dato pubblico circa le verifiche di ottemperanza per centinaia di opere ma, da quanto è a nostra conoscenza, probabilmente poco o nulla è stato fatto.
A ciò si aggiunga che sia il Ministero dell’Ambiente sia le due regioni coinvolte da questo progetto, sono del tutto inadempienti, da otto anni, circa il rispetto dell’Art.28 comma 2 del D.lgs.152/2006 e del D.lgs. 195/2005 sulla pubblicazione dei dati dei monitoraggi obbligatori per le opere sottoposte a procedura di V.I.A. Con ogni probabilità questi dati semplicemente non esistono o non vengono resi disponibili al pubblico come prevede la legge.
In un contesto del genere, di generale incapacità degli enti di attuare norme poste a tutela della salute e dell’ambiente, a nostro avviso gli enti non possono concedere ulteriori pareri per nuove opere, tenendo conto che incidono in larga parte su territori in cui sono stati realizzati progetti di cui la pubblica amministrazione non conosce in concreto gli effetti sull’ambiente. Enti che per anni e per decine se non centinaia di progetti non paiono rispettare gli obblighi comunitari non possono continuare imperterriti a rilasciare pareri.
Da questa incresciosa situazione deriva, tra l’altro, l’impossibilità per il Comitato V.I.A. di avere le informazioni basilari sull’interazione tra questo progetto e quelli già realizzati o in corso di esecuzione nei comuni interessati.
D)DIFETTO DI PUBBLICAZIONE - COINVOLGIMENTO DI COMUNI DIVERSI DA QUELLI CITATI E IN CUI SONO STATI DEPOSITATI GLI ELABORATI
Il D.lgs.152/2006 prevede espressamente (At.23 comma 3) che l’istanza sia pubblicata non solo nei comuni in cui ricade fisicamente il tracciato ma anche in tutti quei comuni che possono potenzialmente subire le conseguenze dell’opera.
Appare evidente che un’opera di questa portata può comportare effetti a distanze considerevoli.
Facciamo due esempi:
-dispersione di inquinanti a valle per gli attraversamenti dei corsi d’acqua/modifica del regime delle acque;
-aree interessate da eventuali incidenti, che per un’opera di questa lunghezza, sulla base degli stessi dati forniti dall’azienda, potrebbero realizzarsi con una frequenza di circa 1 ogni 50 anni (quindi abbastanza compatibile con l’orizzonte temporale di vita del gasdotto, tenendo conto che si tratta di un calcolo probabilistico basato sulle esperienze pregresse). Un incidente su un gasdotto di queste dimensioni può senz’altro coinvolgere aree a chilometri di distanza, per l’emissioni di polveri, contaminanti, danni ad infrastrutture come strade, acquedotti ecc. e anche per l’innesco di frane ed altri effetti indiretti.
Tra l’altro a pag.13 del SIA gli stessi redattori ammettono che “Nell’analisi di dettaglio le analisi delle potenziali interazioni faranno, invece, sovente riferimento ad una scala locale (qualche chilometro), costituita dalle aree limitrofe ai siti di interesse.”

La norma rende esplicito il fatto che a determinare quali comuni coinvolgere nel deposito sono gli impatti “potenziali” e non quelli eventualmente evidenziati alla fine del processo valutativo. Ne consegue che doveva essere data la possibilità di partecipazione anche a quei territori ricadenti in una fascia di alcuni chilometri dal gasdotto.

E)DATI RELATIVI ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Lo stesso studio, analizzando i dati dell’ARTA della centralina di Spoltore, deve ammettere il superamento di limiti di legge per le PM10 nell’area interessata dal progetto.
Non si citano le PM2,5 il cui monitoraggio è pure obbligatorio ai fini della valutazione della qualità dell’aria-ambiente.
Ricordiamo che la recente ricerca dell’EEA della Commissione Europea ha evidenziato i gravissimi danni sanitari per la popolazione derivante da tale condizione di inquinamento, con migliaia di morti in eccesso nel nostro paese direttamente imputabili all’esposizione a PM10.
Poi, per cercare di minimizzare tali dati assai preoccupanti, si inseriscono nel paragrafo 3.4.4 i dati di un monitoraggio parziale di soli 25 giorni condotto dall’ARTA a Chieti scalo.
In primo luogo, questo monitoraggio non rispetta i criteri dettati dalle norme comunitarie che prevedono una soglia minima di giorni di monitoraggio di gran lunga superiore per definire lo stato di qualità dell’aria ambiente in un sito.
In secondo luogo, il monitoraggio è stato svolto nel periodo estivo quando è notorio che alti livelli di inquinamento per le polveri si rilevano esclusivamente nei mesi più freddi tra ottobre e marzo.
Pertanto tale monitoraggio è del tutto privo di significato per inquadrare lo stato di inquinamento e bisogna riferirsi esclusivamente alle centraline con modalità di raccolta dei dati coerenti con le normative. In assenza di alcuni parametri (come le PM2,5) o di dati relativi a zone non coperte dalla rete di monitoraggio pubblica, è evidente che eventuali lacune dovevano essere coperte con misure dirette ed appropriate da parte del proponente al fine di includerle nel SIA.

F)I CONSUMI DI GAS IN ABRUZZO – PROBLEMI DI SICUREZZA ECC.
Il S.I.A. riporta dati di consumo di gas naturale in Abruzzo fino al 2005. In realtà sono disponibili i dati aggiornati fino al 2013 per ogni regione (e anche provincia) sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/consumigasregionali.asp).
Questo fatto ha del clamoroso visto che si sta parlando di un…gasdotto, e la dice lunga sul livello di approfondimento del S.I.A., visto che si tratta di un’informazione di centrale rilevanza nella verifica della necessità dell’opera rispetto all’opzione zero.
Guarda caso i consumi dal 2005, ultimo anno citato dal proponente, al 2013 sono diminuiti del 33% passando da 1.936 milioni di metri cubi standard a 1.301 milioni!
Il 2014 ha visto un ulteriore calo dei consumi, secondo le fonti più qualificate.

Il proponente evita di riportare questi dati incontrovertibili sulla sostanziale inutilità di quest’opera ai fini dell’approvvigionamento degli abruzzesi e delle regioni limitrofe.
Basterebbe anche solo questo dato per bocciare il SIA e l’opera.
Il proponente, inoltre, sostiene la necessità dell’opera per la sicurezza della distribuzione.
Sono argomenti privi di qualsiasi base tecnico-scientifica. Non vi sono dati a supporto della tesi della necessità dell’opera per l’equilibrio del sistema (a mero titolo di esempio: numero di interruzioni/anno/utente nella distribuzione; numero di disservizi/anno/utente registrati; numero di utenti non serviti che saranno serviti sulla popolazione complessiva ecc.).
G)RISCHIO IDROGEOLOGICO – AGGRAVIO DEL RISCHIO DI INCIDENTI
Una parte considerevole di quest’opera interesserà aree a rischio idro-geologico (circa il 13% del tracciato).
Tenendo conto che le frane costituiscono uno dei principali fattori di innesco di incidenti su queste opere (ricordiamo quello di Filetto nel 2005), sarebbe stato indispensabile procedere ad approfondimenti di dettaglio per ogni situazione di rischio incontrata sul percorso, con tavole a grande scala con analisi sito-specifica dell’attraversamento e sezioni dedicate agli attraversamenti delle aree più vulnerabili.
In ogni caso, sconcerta che un’opera di tale rilevanza,anche per i rischi connessi ad incidenti, attraversi decine di aree in cui sono in corso o possono essere facilmente riattivate frane, molte delle quali di carattere complesso.
Appare evidente che tale condizione, in combinato disposto con il rischio sismico presente che di per sé è fattore di incidentalità oltre che costituire l’innesco di fenomeni franosi improvvisi, esacerba il rischio di incidente per il gasdotto. In tal senso le stime relative al rischio incidenti per i gasdotti mutuate da situazioni territoriali meno complesse di quelle abruzzesi e molisane, ci appaiono sottostimate e, comunque, inaccettabili considerando la numerosità dei potenziali bersagli sia in termini ambientali (basti pensare al numero di SIC attraversati) sia in termini di sicurezza della popolazione.
Manca, tra l’altro, un’analisi approfondita degli impatti in caso di incidente (ad esempio, simulazioni per diversi tratti del gasdotto di incidente e stima della popolazione colpita).
Ricordiamo che negli ultimi anni incidenti che hanno coinvolto gasdotti hanno determinato decine di morti in varie parti del mondo.
H)INTERFERENZE CON SORGENTI
A pag.44 del Quadro di Riferimento Ambientale, peraltro presentando i dati con una mappa riportata ad una scala del tutto inappropriata, si riporta la localizzazione delle sorgenti nell’area interessata dal tracciato del gasdotto.
In diversi casi, in quello che appare il senso di valle dal punto di vista idro-geologico, potrebbero essere interessate diverse sorgenti nel tratto abruzzese considerando che lo scavo a diversi metri di profondità con la realizzazione di opere, potrebbe interferire con l’idrologia locale.
Ricordiamo che il D.lgs.152/2006 all’Art.94 prevede la tutela non solo delle sorgenti come elementi puntiformi ma anche delle zone di ricarica poste a monte delle stesse.
Tutto ciò in un contesto di grave deperimento della qualità delle acque sotterranee della regione Abruzzo, che per circa il 30% non rispetta gli obiettivi di qualità fissati dalla Direttiva 60/2000/CE “Acque”.
I)CAPACITA’ TECNICA, SOLVIBILITA’ DELL’AZIENDA PROPONENTE, PIANO DI EMERGENZA
Nel documento di presentazione del proponente si specifica che attualmente essa si occupa della gestione di gasdotti fino a 20 pollici. Pertanto l’opera in esame sarebbe di dimensioni superiori rispetto a quelle in uso all’azienda. La società dipende da un fondo d’investimento con sede a Londra.
In considerazione delle possibili conseguenze in caso di incidenti, si ritiene indispensabile:
a)valutare la capacità tecnica dell’azienda nella gestione di gasdotti di queste dimensioni, attraverso la presentazione di dati e parametri oggettivi, qualificabili e quantificabili;
b)ottenere precise garanzie finanziarie per il ripristino di eventuali danni all’ambiente e per i risarcimenti a terzi;
c)esaminare un piano di sicurezza ed emergenza.
L)DATI FAUNISTICI
Nel S.I.A. e nello Studio di Incidenza si riportano possibili interferenze con specie faunistiche d’interesse comunitario come, a mero titolo di esempio, il Nibbio reale.
Ebbene, per queste specie sono disponibili dati di approfondimento relativi all’abbondanza e alla distribuzione (ad esempio, dei roost) proprio per le aree interessate dal percorso (inviati nel 2012 anche alla Regione Abruzzo dalla Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS) ma questi elementi non sono stati utilizzati.



Per quanto riguarda, nello specifico, il territorio del Comune di Casacanditella e il territorio del Comune di Bucchianico, nel quale la scrivente e altri familiari della stessa possiedono dei terreni e dei manufatti, si sottolinea che la realizzazione del metanodotto in questione graverebbe su questi territori già fortemente danneggiati dall’attraversamento di un elettrodotto ad alta tensione, esistente, e del Nuovo Elettrodotto Villanova-Gissi 380 Kv in doppia terna, in fase di realizzazione. Si tratta di territori che hanno una forte vocazione agricola, settore già in crisi, che risulterebbe ulteriormente compromesso dalla realizzazione di quest’opera, sia per quanto riguarda la distruzione delle colture lungo il passaggio sia per quanto riguarda la forte svalutazione economica delle proprietà.
Si osserva anche l’estrema vicinanza a nuclei abitativi, sebbene le mappe del progetto siano piuttosto inadeguate, nonché l’interessamento della località Calcara, nella quale insiste la Cappellina di San Camillo, tutelata dai Beni Culturali per la sua valenza storico-artistica.
L’attraversamento del fiume Foro, al confine tra Bucchianico e Casacanditella, costituisce un’altra criticità, in quanto al corso del fiume, nella zona di attraversamento del metanodotto, si affianca, sulla sponda sinistra, l’acquedotto della Val di Foro, fortemente potenziato circa una trentina di anni fa e che ora convoglia circa 600l/sec.

Fara Filiorum Petri, 21 Febbraio 2015

F.to

Mirella Di Rosa
 
 
#5 VOLPE 2015-02-21 21:51
Lanciano 21 febbraio 2015
Osservazioni al metanodotto Larino-Chieti
Alcuni elementi di contrarietà alla realizzazione del progetto.
La società proponente sulla base del consumo di gas in Abruzzodel 2005 sostiene la necessità di questa opera senza considerare che nel frattempo il fabbisogno è calato di oltre il 30%: per verificarlo è sufficiente visitare il sito del Ministero dello Sviluppo economico. La verità è che con la complicità della crisi e la crescita di approviggionamenti energetici da fonti rinnovabili l’Abruzzo non ha più bisogno di tutto questo gas e quindi di infrastrutture come questa.
Insistono sulla stessa area tre progetti diversi: l’elettrodotto Foggia –Gissi-Villanova, lo stoccaggio Poggiofiorito e il metanodotto Larino-Chieti. Ignorando la sovrapposizione di elementi di rischio per l’ambiente e soprattutto la popolazione in quello che viene definito l’effetto domino in caso di incidente.
Oltre il 10% del territorio interessato alla realizzazione del metanodotto è a forte rischio idrogeologico per i numerosi fronti franosi. E’ bene ricordare l’esplosione di una conduttura del gas nel 2005 all’interno del Comune di Filetto pericolosamente vicina ad uno di questi fronti a seguito della quale alcune famiglie furono allertate per una evacuazione poi scongiurata dal pronto intervento dei VVFF. Si aggiunga least not last l’elevata sismicità storicamente documentabile (ahimè) di troppe delle aree interessate al progetto.
L’elusione incomprensibile ( ben prima della V.I.A.) delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica e d’Incidenza Ambientale hanno impedito la corretta informazione del pubblico circa le conseguenze dell’opera . Una Valutazione d’impatto ambientale deve tener conto non solo delle ragioni di chi propone un progetto ma, credo, soprattutto di quelle di chi arriva a subirlo sulla propria pelle, sia esso piccola o grande azienda agricola, sia esso fruitore dei siti naturalistici coinvolti nel progetto, sia esso proprietario di casa a poche centinaia di metri dalla linea del metanodotto in questione.
La mancata informazione dei Comuni non direttamente coinvolti dal tracciato ma ugualmente esposti alle conseguenze di eventuali incidenti, il rischio di contaminazione dell’intero sistema idrologico, l’indiscusso peggioramento della qualità dell’aria e le interferenze con specie faunistiche come il Nibbio reale sono ulteriore importanti elementi di contrarietà alla realizzazione del metanodotto Larino-Chieti.
Spero vivamente come cittadino abruzzese che questo ed altri progetti che vorrebbero destinare la nostra Regione a Distretto minerario e hub energetica vengano bocciati.
In fede
Orlando Volpe
 
 
#4 Fars 2015-02-21 15:47
Mittente: Marco Fars, segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista

Regione Abruzzo PEC: one.abruzzo.it
Comitato Valutazione di Impatto Ambientale FAX: 0862363486
L’Aquila

OGGETTO: osservazioni al progetto per la realizzazione di un metanodotto “Larino – Chieti”

In relazione all’intervento in oggetto si richiede l’espressione di un parere negativo per le seguenti motivazioni.

A)VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E CONSEGUENZE SULLA PROCEDURA DI V.I.A. ODIERNA
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 Gennaio 2013 che inserisce cinque nuovi gasdotti (compreso quello in oggetto) nella rete nazionale dei gasdotti non risulta essere stato assoggettato all’obbligatoria e preventiva Valutazione Ambientale Strategica. La Rete dei Gasdotti si configura come un vero e proprio piano infrastrutturale riguardante l’energia e, come avviene per la rete TERNA degli elettrodotti, rientra tra i provvedimenti che devono essere sottoposti a VAS e a Valutazione di Incidenza Ambientale, in considerazione del coinvolgimento di diverse aree Natura2000.
Tra l’altro la stessa Commissione europea ha chiarito che sotto la voce “piano” usata nella Direttiva si deve intendere un’ampia categoria di provvedimenti.
Ricordiamo che anche le varianti sostanziali di piani esistenti devono essere assoggettate a VAS e, in questo caso, l’introduzione di diversi gasdotti che toccano più regioni è evidentemente una modifica sostanziale della rete così come configurata con i decreti precedenti (tra l’altro non abbiamo traccia neanche dello svolgimento di VAS precedenti sul tema!).
In assenza di questo strumento (e della relativa partecipazione pubblica) è evidente che tutte le considerazioni sulla necessità dell’opera, ad esempio, rispetto all’opzione zero, non solo non sono mai state sottoposte alla fase di dibattito pubblico ma non possono essere ritenute valide in sede di V.I.A.
Ricordiamo che la procedura di V.I.A. deve bilanciare interessi diversi e a volte in conflitto tra di loro. In questo caso gli elementi tecnici e di contesto riguardanti la necessità dell’opera vengono a mancare.
Ammesso e non concesso che il Decreto dovesse essere impugnato per l’assenza della VAS e Valutazione di Incidenza Ambientale, è evidente che vagliare un progetto inserito in un piano o programma non sottoposto a VAS costituirebbe una palese violazione della normativa comunitaria, esponendo il paese all’apertura di una procedura d’infrazione che, come è accaduto per le discariche, può comportare ingenti multe.
B)ESAME DELL’ EFFETTO CUMULO E DELL’EFFETTO DOMINO
Il progetto non esamina le interferenze (e, di conseguenze, l’effetto cumulo e l’effetto domino) con almeno altri due progetti che incidono sulla stessa area, l’elettrodotto Villanova – Gissi – Foggia (la tratta Gissi – Foggia è in Valutazione di Impatto Ambientale nazionale proprio in questo momento; la tratta Villanova – Gissi è in fase di realizzazione) e lo stoccaggio gas Poggiofiorito (che ha avuto il provvedimento di compatibilità ambientale dal Ministero dell’Ambiente il 19/06/2014; in tal caso si considerino non solo le opere ma anche il territorio di oltre 1000 ettari oggetto del titolo dello stoccaggio). Quest’ultimo impianto è, addirittura, uno stabilimento a rischio di incidente rilevante sulla base della Direttiva Seveso Ter (Legge 334/99 e ss.mm.ii.)
C)INCAPACITA’/INADEMPIENZE DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLE REGIONI ABRUZZO E MARCHE
Il Ministero dell’Ambiente, con un rapporto di giugno 2013 che ha esaminato la verifica di ottemperanza per le prescrizioni delle opere che hanno ottenuto il parere favorevole di compatibilità ambientale con Decreto nel periodo 1989-2000 (sic!) ha evidenziato una drammatica incapacità dell’ente di assicurare il rispetto delle prescrizioni. Addirittura per 100 delle 175 opere realizzate (tra cui diversi gasdotti) il Ministero non conosce il destino delle prescrizioni. In generale su oltre 1600 prescrizioni impartite con Decreto ne risultano effettivamente attuate poco più di 500!
Per le opere delle regioni Abruzzo e Molise manca qualsiasi dato pubblico circa le verifiche di ottemperanza per centinaia di opere ma, da quanto è a nostra conoscenza, probabilmente poco o nulla è stato fatto.
A ciò si aggiunga che sia il Ministero dell’Ambiente sia le due regioni coinvolte da questo progetto, sono del tutto inadempienti, da otto anni, circa il rispetto dell’Art.28 comma 2 del D.lgs.152/2006 e del D.lgs. 195/2005 sulla pubblicazione dei dati dei monitoraggi obbligatori per le opere sottoposte a procedura di V.I.A. Con ogni probabilità questi dati semplicemente non esistono o non vengono resi disponibili al pubblico come prevede la legge.
In un contesto del genere, di generale incapacità degli enti di attuare norme poste a tutela della salute e dell’ambiente, a nostro avviso gli enti non possono concedere ulteriori pareri per nuove opere, tenendo conto che incidono in larga parte su territori in cui sono stati realizzati progetti di cui la pubblica amministrazione non conosce in concreto gli effetti sull’ambiente. Enti che per anni e per decine se non centinaia di progetti non paiono rispettare gli obblighi comunitari non possono continuare imperterriti a rilasciare pareri.
Da questa incresciosa situazione deriva, tra l’altro, l’impossibilità per il Comitato V.I.A. di avere le informazioni basilari sull’interazione tra questo progetto e quelli già realizzati o in corso di esecuzione nei comuni interessati.
D)DIFETTO DI PUBBLICAZIONE - COINVOLGIMENTO DI COMUNI DIVERSI DA QUELLI CITATI E IN CUI SONO STATI DEPOSITATI GLI ELABORATI
Il D.lgs.152/2006 prevede espressamente (At.23 comma 3) che l’istanza sia pubblicata non solo nei comuni in cui ricade fisicamente il tracciato ma anche in tutti quei comuni che possono potenzialmente subire le conseguenze dell’opera.
Appare evidente che un’opera di questa portata può comportare effetti a distanze considerevoli.
Facciamo due esempi:
-dispersione di inquinanti a valle per gli attraversamenti dei corsi d’acqua/modifica del regime delle acque;
-aree interessate da eventuali incidenti, che per un’opera di questa lunghezza, sulla base degli stessi dati forniti dall’azienda, potrebbero realizzarsi con una frequenza di circa 1 ogni 50 anni (quindi abbastanza compatibile con l’orizzonte temporale di vita del gasdotto, tenendo conto che si tratta di un calcolo probabilistico basato sulle esperienze pregresse). Un incidente su un gasdotto di queste dimensioni può senz’altro coinvolgere aree a chilometri di distanza, per l’emissioni di polveri, contaminanti, danni ad infrastrutture come strade, acquedotti ecc. e anche per l’innesco di frane ed altri effetti indiretti.
Tra l’altro a pag.13 del SIA gli stessi redattori ammettono che “Nell’analisi di dettaglio le analisi delle potenziali interazioni faranno, invece, sovente riferimento ad una scala locale (qualche chilometro), costituita dalle aree limitrofe ai siti di interesse.”

La norma rende esplicito il fatto che a determinare quali comuni coinvolgere nel deposito sono gli impatti “potenziali” e non quelli eventualmente evidenziati alla fine del processo valutativo. Ne consegue che doveva essere data la possibilità di partecipazione anche a quei territori ricadenti in una fascia di alcuni chilometri dal gasdotto.

E)DATI RELATIVI ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Lo stesso studio, analizzando i dati dell’ARTA della centralina di Spoltore, deve ammettere il superamento di limiti di legge per le PM10 nell’area interessata dal progetto.
Non si citano le PM2,5 il cui monitoraggio è pure obbligatorio ai fini della valutazione della qualità dell’aria-ambiente.
Ricordiamo che la recente ricerca dell’EEA della Commissione Europea ha evidenziato i gravissimi danni sanitari per la popolazione derivante da tale condizione di inquinamento, con migliaia di morti in eccesso nel nostro paese direttamente imputabili all’esposizione a PM10.
Poi, per cercare di minimizzare tali dati assai preoccupanti, si inseriscono nel paragrafo 3.4.4 i dati di un monitoraggio parziale di soli 25 giorni condotto dall’ARTA a Chieti scalo.
In primo luogo, questo monitoraggio non rispetta i criteri dettati dalle norme comunitarie che prevedono una soglia minima di giorni di monitoraggio di gran lunga superiore per definire lo stato di qualità dell’aria ambiente in un sito.
In secondo luogo, il monitoraggio è stato svolto nel periodo estivo quando è notorio che alti livelli di inquinamento per le polveri si rilevano esclusivamente nei mesi più freddi tra ottobre e marzo.
Pertanto tale monitoraggio è del tutto privo di significato per inquadrare lo stato di inquinamento e bisogna riferirsi esclusivamente alle centraline con modalità di raccolta dei dati coerenti con le normative. In assenza di alcuni parametri (come le PM2,5) o di dati relativi a zone non coperte dalla rete di monitoraggio pubblica, è evidente che eventuali lacune dovevano essere coperte con misure dirette ed appropriate da parte del proponente al fine di includerle nel SIA.

F)I CONSUMI DI GAS IN ABRUZZO – PROBLEMI DI SICUREZZA ECC.
Il S.I.A. riporta dati di consumo di gas naturale in Abruzzo fino al 2005. In realtà sono disponibili i dati aggiornati fino al 2013 per ogni regione (e anche provincia) sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (http://dgerm.sviluppoeconomico.gov.it/dgerm/consumigasregionali.asp).
Questo fatto ha del clamoroso visto che si sta parlando di un…gasdotto, e la dice lunga sul livello di approfondimento del S.I.A., visto che si tratta di un’informazione di centrale rilevanza nella verifica della necessità dell’opera rispetto all’opzione zero.
Guarda caso i consumi dal 2005, ultimo anno citato dal proponente, al 2013 sono diminuiti del 33% passando da 1.936 milioni di metri cubi standard a 1.301 milioni!
Il 2014 ha visto un ulteriore calo dei consumi, secondo le fonti più qualificate.

Il proponente evita di riportare questi dati incontrovertibili sulla sostanziale inutilità di quest’opera ai fini dell’approvvigionamento degli abruzzesi e delle regioni limitrofe.
Basterebbe anche solo questo dato per bocciare il SIA e l’opera.
Il proponente, inoltre, sostiene la necessità dell’opera per la sicurezza della distribuzione.
Sono argomenti privi di qualsiasi base tecnico-scientifica. Non vi sono dati a supporto della tesi della necessità dell’opera per l’equilibrio del sistema (a mero titolo di esempio: numero di interruzioni/anno/utente nella distribuzione; numero di disservizi/anno/utente registrati; numero di utenti non serviti che saranno serviti sulla popolazione complessiva ecc.).
G)RISCHIO IDROGEOLOGICO – AGGRAVIO DEL RISCHIO DI INCIDENTI
Una parte considerevole di quest’opera interesserà aree a rischio idro-geologico (circa il 13% del tracciato).
Tenendo conto che le frane costituiscono uno dei principali fattori di innesco di incidenti su queste opere (ricordiamo quello di Filetto nel 2005), sarebbe stato indispensabile procedere ad approfondimenti di dettaglio per ogni situazione di rischio incontrata sul percorso, con tavole a grande scala con analisi sito-specifica dell’attraversamento e sezioni dedicate agli attraversamenti delle aree più vulnerabili.
In ogni caso, sconcerta che un’opera di tale rilevanza,anche per i rischi connessi ad incidenti, attraversi decine di aree in cui sono in corso o possono essere facilmente riattivate frane, molte delle quali di carattere complesso.
Appare evidente che tale condizione, in combinato disposto con il rischio sismico presente che di per sé è fattore di incidentalità oltre che costituire l’innesco di fenomeni franosi improvvisi, esacerba il rischio di incidente per il gasdotto. In tal senso le stime relative al rischio incidenti per i gasdotti mutuate da situazioni territoriali meno complesse di quelle abruzzesi e molisane, ci appaiono sottostimate e, comunque, inaccettabili considerando la numerosità dei potenziali bersagli sia in termini ambientali (basti pensare al numero di SIC attraversati) sia in termini di sicurezza della popolazione.
Manca, tra l’altro, un’analisi approfondita degli impatti in caso di incidente (ad esempio, simulazioni per diversi tratti del gasdotto di incidente e stima della popolazione colpita).
Ricordiamo che negli ultimi anni incidenti che hanno coinvolto gasdotti hanno determinato decine di morti in varie parti del mondo.
H)INTERFERENZE CON SORGENTI
A pag.44 del Quadro di Riferimento Ambientale, peraltro presentando i dati con una mappa riportata ad una scala del tutto inappropriata, si riporta la localizzazione delle sorgenti nell’area interessata dal tracciato del gasdotto.
In diversi casi, in quello che appare il senso di valle dal punto di vista idro-geologico, potrebbero essere interessate diverse sorgenti nel tratto abruzzese considerando che lo scavo a diversi metri di profondità con la realizzazione di opere, potrebbe interferire con l’idrologia locale.
Ricordiamo che il D.lgs.152/2006 all’Art.94 prevede la tutela non solo delle sorgenti come elementi puntiformi ma anche delle zone di ricarica poste a monte delle stesse.
Tutto ciò in un contesto di grave deperimento della qualità delle acque sotterranee della regione Abruzzo, che per circa il 30% non rispetta gli obiettivi di qualità fissati dalla Direttiva 60/2000/CE “Acque”.
I)CAPACITA’ TECNICA, SOLVIBILITA’ DELL’AZIENDA PROPONENTE, PIANO DI EMERGENZA
Nel documento di presentazione del proponente si specifica che attualmente essa si occupa della gestione di gasdotti fino a 20 pollici. Pertanto l’opera in esame sarebbe di dimensioni superiori rispetto a quelle in uso all’azienda. La società dipende da un fondo d’investimento con sede a Londra.
In considerazione delle possibili conseguenze in caso di incidenti, si ritiene indispensabile:
a)valutare la capacità tecnica dell’azienda nella gestione di gasdotti di queste dimensioni, attraverso la presentazione di dati e parametri oggettivi, qualificabili e quantificabili;
b)ottenere precise garanzie finanziarie per il ripristino di eventuali danni all’ambiente e per i risarcimenti a terzi;
c)esaminare un piano di sicurezza ed emergenza.
L)DATI FAUNISTICI
Nel S.I.A. e nello Studio di Incidenza si riportano possibili interferenze con specie faunistiche d’interesse comunitario come, a mero titolo di esempio, il Nibbio reale.
Ebbene, per queste specie sono disponibili dati di approfondimento relativi all’abbondanza e alla distribuzione (ad esempio, dei roost) proprio per le aree interessate dal percorso (inviati nel 2012 anche alla Regione Abruzzo dalla Stazione Ornitologica Abruzzese ONLUS) ma questi elementi non sono stati utilizzati.


Pescara 21 febbraio 2015

In fede
Marco Fars
 
 
#3 Grelli 2015-02-21 10:19
Il sottoscritto, in base alla documentazione disponibile ed agli elaborati grafici relativi al territorio del Comune di Filetto (CH),
segnala quanto di seguito riportato.
1. il metanodotto “Larino - Chieti” prevede un tracciato coincidente con quello del preesistente elettrodotto da 220 kV ed a pochissimi metri dall’abitazione di proprietà in via Fosso dei Lupi 10;
2. il rischio di mettere in serio pericolo la propria abitazione, me stesso e altre persone con un’altra “servitù di passaggio” è elevatissimo, permanente e irreversibile; infatti, basterebbe solo considerare alcuni degli eventi già accaduti (e riportati anche dagli organi di stampa) tra i quali:
• le valutazioni espresse da ARPA Puglia su inquinamento generato da un’opera analoga (TAP. “gli inquinanti emessi dal gasdotto sono pericolosi per la salute”);
• le conclusioni delle verifiche della stessa ARTA Abruzzo su un terreno contaminato da una perdita di metano avvenuta nel 2003 a Chieti (Febbraio 2015. “Possibile che un terreno resti contaminato dal metano, in percentuale record dell’85%, a dodici anni di distanza da un incidente? Per l’Arta sì. L’impianto della Q8 sull’A25, poco dopo il casello di Brecciarola, in direzione Roma, sarà smantellato”…”ha una contaminazione da record che supera di molto il livello oltre il quale il metano può esplodere. Ma nel caso di Brecciarola il gas può penetrare, attraverso le tubature, nell’edificio dell’impianto di distribuzione. E questo rischio, aggiunto all’estensione del fenomeno, ha spinto alla decisione radicale di smantellare tutto”)
• i numerosi incidenti nei metanodotti come, ad esempio, quello accaduto in provincia di Massa e Carrara nel 2012 (“esplode un metanodotto, dieci feriti di cui quattro gravi” …”l'incidente causato da una manovra di un escavatore che nelle operazioni di manutenzione delle condutture avrebbe sganciato accidentalmente una delle tubature. La detonazione ha provocato un cratere di 8 metri di profondità e 25 metri di larghezza e ha raso al suolo 3 abitazioni nelle vicinanze”)
Pertanto, il sottoscritto chiede:
- di valutare l’Impatto Ambientale, considerando anche il “cumulo degli effetti” metanodotto-elettrodotto, e di indicare la necessità o meno di abbandonare in maniera permanente sia l’abitazione e sia il terreno di proprietà e, in ogni caso, di fornire precise indicazioni sul livello di rischio verso le persone ivi presenti;

- di bloccare il transito del metanodotto sul proprio terreno ed in particolare di evitare nella maniera più assoluta la realizzazione del tracciato in prossimità della propria abitazione e dell’elettrodotto da 220kv (tra l’altro il percorso del metanodotto risulta inspiegabilmente tortuoso fino ad avvicinare contemporaneamente sia l’elettrodotto ad altissima tensione e sia la propria abitazione, come riportato negli elaborati grafici).
In fede,
Ing. Antonio Grelli
 
 
#2 Cerritelli 2015-02-20 17:29
OSSERVAZIONE al progetto sottoposto a V.I.A.
Metanodotto Larino-Chieti DN 600 (24”) DP 75 bar proposto dalla Società Gasdotti Italia S.p.A. predisposto ai sensi della normativa nazionale (art. 4 D.P.C.M. 27 dicembre 1988, art. 22 e Allegato VII del D. Lgs 152/2006 e s.m.i.) e regionale (D.G.R. n. 119/2002 e s.m.i. Regione Abruzzo).
Comune: Bucchianico (provincia Chieti)
ditta: Cerritelli Camillo
tratto interessato dalla osservazione: dal Km 100+290 al Km 100+470

Il sottoscritto Cerritelli Camillo nato a Bucchianico (CH) il 25/02/1961 e residente in Bucchianico (CH) alla Contrada Colle S. Antonio n. 45, codice fiscale CRR CLL 61B25 B238C, nella sua qualità di proprietario di un’azienda agricola interessata dal tracciato del metanodotto in oggetto formula la seguente osservazione.
L’azienda di proprietà, estesa Ha 4.00.70, sita in Contrada Colle S. Antonio del Comune di Bucchianico, censita nel Catasto Terreni con le particelle nn. 202-208-1-5-66-70-4165 del foglio di mappa n. 5, a confine con il territorio comunale di Chieti e di Casalincontrada, comprende dei terreni attualmente coltivati a seminativo, uliveto e vigneto, e si sviluppa sui due versanti in un colle dalla quota minima di +180.00 circa alla quota di +235.00 circa. In prossimità della sommità del colle è presente il nucleo di fabbricati aziendali comprendente quattro corpi di fabbricato di diverse dimensioni adibiti ad abitazione e manufatti connessi all’attività agricola (rimessa e deposito attrezzi, stalla, fienile, ecc…).
L’azienda è interessata dal percorso del metanodotto “de quo” dal Km. 100+250 al Km 100+470 con un tracciato da Sud-Est in direzione Nord-Ovest, con un attraversamento obliquo che ne attraversa una gran parte e che si sviluppa ad una distanza minima di circa mt 50.00 dal manufatto più prossimo.
Detto percorso pur se in apparenza risulta meno il dannoso per le colture attuali, di fatto preclude qualsiasi futuro sviluppo dell’azienda, sia per quanto riguarda la realizzazione di manufatti connessi all’attività agricola che per l’impianto di nuove colture specializzate.
Il metanodotto, così come progettato, provoca, infatti, un notevole deprezzamento all’intera azienda agricola in quanto la stessa viene frazionata praticamente in due porzioni.
La proposta che il sottoscritto formula è di effettuare una lieve deviazione (in direzione Nord)dal Km 100+290 circa al limite della proprietà aziendale e comunale(km 100+470 circa) percorrendo il terreno di proprietà parallelamente al confine, ad una distanza anche di mt 12.50 da esso, in modo da non apporre vincoli all’altrui proprietà confinante (particelle 175 e 4071 del foglio di mappa n. 5). Così facendo la servitù viene posta a margine della proprietà aziendale, per cui, pur restando in essere un deprezzamento della proprietà, almeno viene attenuato e viene salvaguarda l’unicità della azienda.
L’accettazione della proposta alternativa, a parere dello scrivente, non comporta maggiori oneri per la Società, giacché la lunghezza del tracciato è pressoché identica ed i terreni attraversati presentano caratteristiche similari in quanto lo spostamento richiesto è limitato.
Confidando nel benevolo accoglimento dell’istanza porge distinti saluti.
Bucchianico, li 20 febbraio 2015
Cerritelli Camillo
 
 
#1 Grelli 2015-02-19 01:17
Osservazioni riguardo il Progetto sottoposto a V.I.A. Metanodotto “Larino - Chieti”

In relazione alla pubblicazione in data 23/12/2014 dell’avviso riguardante la procedura di VIA per il progetto Metanodotto Larino-Chieti e presa visione della documentazione di progetto nonché degli elaborati grafici relativi al territorio di Filetto (CH) si fanno le seguenti osservazioni.

Il progetto di tracciato del suddetto metanodotto insiste in vari punti sul percorso dell’elettrodotto a 220 kV, già presente sul terreno ed a ridosso dell’abitazione di proprietà sita in via Fosso dei Lupi 10.
Inoltre, nella medesima area ed in prossimità dell’abitazione, è già installato un altro metanodotto con il quale è peraltro prevista un’intersezione con il nuovo metanodotto Larino-Chieti, sulla base di quanto si evince dagli allegati cartografici, ancora nella stessa zona.
Infine è un dato di fatto che la zona in questione sia ad alta densità boschiva, con numerosi alberi ad alto fusto, per cui la probabilità di incendio è, per sua natura, molto alta.

Dalla documentazione di progetto non vi è traccia di valutazioni di effetto cumulo ed effetto domino potenzialmente derivanti dalle due (o meglio tre) opere; in particolare si trascura il potenziale effetto devastante che possono avere la presenza di forti campi magnetici dovuti all’elettrodotto, in combinazione con l’alta infiammabilità dell’ambiente boschivo, in caso di perdita di gas dovuta ad un guasto o alla rottura del metanodotto.
Tutti questi fattori concorrenti introducono condizioni di alto rischio per l’intera area perché aumentano da un lato la probabilità di incidenti e dall’altro l’impatto causato da un eventuale incidente sia sulle persone che sull’ambiente.
Tale rischio non può essere trascurato se si considera che si sono già verificati almeno due incidenti in provincia di Chieti causati da rottura di metanodotto (uno di esplosione e l’altro con un’esplosione scaturita da un incendio, con una fiamma continua alta circa 20 metri e a 15 metri di distanza da un’abitazione) verosimilmente riconducibili alla vicinanza dei fili dell’energia elettrica. I danni generati da suddetti episodi hanno arrecato importanti disagi non solo ai nuclei familiari interessati dalla zona d’impatto ma anche in aree lontane diversi chilometri dalle zone colpite.

Inoltre va preso atto che, in fase di cantiere, si manifesteranno diverse condizioni di rilevante pericolosità sia per la salute che per l’ambientale, quali:
• l’emissione di sostanze inquinanti l’atmosfera, dovute a combustioni ripetute e frequenti di sostanze fossili
• l’utilizzo di 4 tonnellate di bagni chimici, spalmati su tutto il tracciato del metanodotto e inquinanti corsi d’acqua e sottosuoli, in modo specifico per il Comune citato si evidenziano i corsi del torrente Fosso dei Lupi con conseguente e probabile interessamento di falde acquifere idropotabili
• il rilevante indice di infertilità a cui andranno incontro i terreni impattati

Va infine sottolineato che la contemporanea presenza di metanodotto ed elettrodotto sui terreni di proprietà del sottoscritto, nonché a distanza estremamente ravvicinata alla propria abitazione, produce un immediato ed ingente danno economico permanente poiché azzererebbe di fatto il valore commerciale sia dei terreni che dell’abitazione.

In ragione di quanto sopra esposto si chiede:
• di bloccare il passaggio di quest’opera sul proprio territorio ed in particolare evitare nella maniera più assoluta il passaggio in zone così ravvicinate (20/50 metri) alla propria abitazione ed a quella dell’elettrodotto da 220kV, prendendo in considerazione percorsi alternativi ;
• che si valuti lo Studio d’Impatto Ambientale, concernente il territorio di propria competenza e che si forniscano ulteriori elementi conoscitivi e valutativi e ribadendo, in primis, la pericolosità dovuta alla vicinanza metanodotto-elettrodotto-abitazione

In fede,

Fausto Ing. Grelli
 

Solo i cittadini, associazioni ed i portatori di interesse registrati e loggati sul sistema informativo possono inviare osservazioni.

 


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